A causa delle profonde mutazioni socio-economiche avvenute a partire dagli anni ’90, le aziende hanno dovuto rivedere i propri modelli organizzativi, rendendoli più flessibili e soprattutto migliorando la propria capacità di adattamento alla maggiore volatilità dei mercati.

È proprio quello che le imprese sono chiamate a fareora per affrontare e superare una crisi inaspettata, dimostrando agilità, adattabilità e attitudine al cambiamento.

Un modello rigido da rivedere

Se pensiamo all’economia italiana fino ai primi anni ’90 e al suo sistema imprenditoriale, possiamo senz’altro affermare che fossero connotati da una certa rigidità, in special modo nell’organizzazione del lavoro e in ambito tecnico-produttivo, consentita da mercati relativamente stabili e soprattutto prevedibili, almeno nel breve periodo.

Negli anni successivi, le economie e le arene competitive sono diventate fortemente instabili e imprevedibili, a causa della globalizzazione, del crescente peso delle nazioni ad alto tasso di crescita, del passaggio dall’analogico al digitale (con conseguente accelerazione della  velocità delle comunicazioni e della circolazione di informazioni) e delle ripetute tensioni internazionali (guerre petrolifere, 11 settembre, introduzione di nuovi dazi, ecc.). Tutto ciò ha costretto le imprese arivedere i propri modelli di business in funzione di cambiamenti sempre più repentini.

La delocalizzazione delle produzioni in Paesi a basso costo con estrema flessibilità nell’impiego della forza lavoro è stata una delle principali risposte al mutato contesto, anche per tante imprese italiane. Nel nostro Paese, il superamento dell’articolo 18 (Statuto dei Lavoratori) e i nuovi contratti a tutele crescenti, introdotti con il Jobs Act del 2014, hanno costituito una risposta del legislatore all’esigenza di rapporti di lavoro che meglio si adeguino a oscillazioni della domanda.

Reagire alla crisi: l’esempio di Airbnb

I drammatici giorni che stiamo vivendo, espressione di un mondo globalizzato soggetto a shocks purtroppo sempre più frequenti, impongono agli imprenditori un ulteriore sforzo di drastico riorientamento strategico e di ulteriore ristrutturazione dei processi e delle organizzazioni. Agilità, adattabilità e attitudine al cambiamentosono e saranno fattori competitivi chiave.

Per quanto riguarda il primo aspetto, un esempio interessante è costituito da Airbnb, che nel giro di pochi mesi ha visto collassare il proprio modello di business, quello degli affitti brevi. Con sorprendente rapidità, tuttavia, Airbnb ha modificato la propria offerta, inserendo nuovi servizi:

  • ha avviato un portale dedicato alle esperienze online e si è convertito velocemente al digitale offrendo corsi, lezioni private e attività di ogni genere usufruibili dalla propria abitazione;
  • ha deciso di puntare sui soggiorni a lungo termine, piuttosto che a breve, per sviluppare il settore business e il segmento delle famiglie che si vogliono trasferire temporaneamente;
  • ha infine dato il via ad un’iniziativa benefica, dove i propri iscritti possono offrire alloggi per l’emergenza agli operatori sanitari.

Ma le aziende dovranno porre ancora maggiore attenzione alla valutazione dei nuovi investimenti e alla struttura dei costi.

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Nuovi investimenti e costi: i fattori da considerare

Per quanto riguarda gli investimenti, i rendimenti attesi dovranno prudentemente scontare i futuri flussi di cassa in entrata, tenendo in debita considerazione fattori di rischio legati a possibili fenomeni inflazionistici, al rischio Paese, a cali della domanda e a fluttuazioni dei tassi di cambio. Il payback period (il numero di anni necessario per ripagare l’investimento iniziale) dovrà essere rivisto al ribasso, in ogni caso selezionando solo quei progetti che presentino un periodo particolarmente contenuto.

Il supporto dei CFO per questo tipo di analisi sarà di fondamentale importanza.

Sul fronte dei costi, andranno sicuramente intraprese iniziative volte alla generazione di risparmi di spesa, attraverso la rinegoziazione dei rapporti di fornitura in essere, l’ottimizzazione nell’uso delle materie prime impiegate, anche tramite modifiche di prodotto, la ricerca di materiali o servizi alternativi.
Forse, ancora più importante, sarà ridefinire il mix fra costi fissi e variabili, cercando di contenere i primi a favore dei secondi, così da abbassare ulteriormente il punto di pareggio aziendale.
Andranno riviste tutte le attività della catena del valore, identificando le opportunità di esternalizzazione (per esempio nell’area logistica, dei servizi di manutenzione e installazione) e di ridefinizione dei processi, cercando di renderne variabili i fattori di costo.

I vantaggi della digitalizzazione

La digitalizzazione e l’intelligenza artificiale, che avranno un impulso ancora maggiore a seguito dell’emergenza Covid-19, costituiranno un fattore potente di automatizzazione delle attività.

Basti pensare allo sviluppo sempre più spinto dei chatbot e degli assistenti vocali (alcune lavatrici “parlanti” hanno oggi raggiunto livelli di sofisticazione a dir poco sorprendenti), per svolgere funzioni di call center o assistenza alla clientela. O, ancora, al marketing digitale, che favorisce l’incrocio sul web fra domanda e offerta, affiancando o sostituendo metodi di vendita tradizionali e rendendo variabile una quota dei costi fissi, grazie a tariffe che possono essere applicate in funzione dei contatti commerciali validamente generati (i cosiddetti “lead”).

Da ultimo, le pratiche di smart working, finalmente introdotte in modo più diffuso, seppure a causa di eventi drammatici, e l’offerta sempre più ampia di spazi per uffici, anche in condivisione, disponibili con formule modulari e durate personalizzate, che consentiranno una riallocazione degli spazi lavorativi, con conseguente riduzione delle spese e maggiore flessibilità di utilizzo.

Più in generale, la contrattualistica per l’acquisto di beni e servizi dovrà contemplare clausole che consentano il recesso o la rinegoziazione del rapporto di fornitura, nell’ipotesi in cui la discontinuità della domanda lo richieda, prevedendo ad esempio brevi periodi di preavviso ed evitando obblighi di acquisto minimo.

Superare la crisi? Un lavoro di squadra

L’approccio alla ricerca di soluzioni innovative su queste diverse aree non potrà che essere multi funzionale, richiedendo un intenso lavoro di squadra, che veda coinvolti CFO, Direzione Acquisti (CPO), Risorse Umane (HR) e Digital Managers.

In conclusione, se negli scenari post-Covid il successo e la continuità delle imprese dipenderanno, ancor più che nel passato, dalle capacità di innovazione della classe imprenditoriale, sia per la realizzazione di nuove idee di business, sia per il riorientamento strategico di quelle esistenti, egualmente decisivo sarà il contributo integrato che le funzioni HR, CFO, CPO e Digital saranno chiamate a fornire.

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